31 ottobre: Passeggiata sulle colline avisiane
Lavis è un centro di montagna di origine medievali ma con radici che risalgono alla preistoria. I fattori trainanti dell’economia locale sono i settori primario e secondario, anche se negli ultimi anni si è avuto un certo incremento dell’offerta turistica. I lavisani, con un indice di vecchiaia nella media, risiedono in maggioranza nel capoluogo comunale, contiguo alla località San Lazzaro del comune di Trento, mentre la restante parte occupa le località di Nave San Felice, Pressano, Sorni e Stazione di Lavìs –contigua alla località Zambana del comune omonimo–, oltre a numerose case sparse; punteggiano il contado anche gli aggregati urbani elementari di Maso Rover, Maso Spon, Maso Zancanar e Panizza di Sopra. Il territorio ha un profilo geometrico con variazioni altimetriche accentuate, mentre le varie località che formano il comune sorgono in zona pianeggiante, con un profilo meno frastagliato. L’abitato si è notevolmente ampliato negli ultimi decenni, anche con la nascita di nuovi quartieri. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Decreto del Capo del Governo; le due partizioni, smaltate di azzurro e di rosso, sono attraversate da tre verghe dorate legate da un nastro d’argento.
L’etimologia del toponimo fa riferimento al nome del torrente Avisio, che deriva da un ipotetico gallico *abisjo o *apjsio ‘corso d’acqua’, a sua volta da un indoeuropeo *ab- o *ap- ‘acqua, fiume’. La prima attestazione è “villa del ponte dell’Avisio” nel 1253, preceduta di oltre quattro secoli da quella della località di Pressano, dell’anno 845. I primi insediamenti umani sono da collocarsi in età preistorica; non mancano testimonianze sul periodo romano. Il torrente ha avuto sempre una certa importanza durante il medioevo, quando segnava il confine fra la contea tirolese di Montereale e la pretura vescovile di Trento: al di qua del torrente si parlava italiano, al di là tedesco. Proprio grazie alla presenza del corso d’acqua il semplice agglomerato di case si trasformò in un rigoglioso villaggio, sfruttando il torrente per il trasporto di legna, attività che segnò uno sviluppo economico e quindi sociale e urbano. Lo stesso torrente, però, ha rappresentato sempre anche un problema, viste le continue inondazioni e la necessità costante di arginarne e controllare il flusso. La chiesa di Sant’Udalrico è del 1450 ma è stata ricostruita nel 1777 per cui ha perso l’assetto primitivo. La chiesa di S. Giovanni Nepomuceno sorge nei pressi del municipio. Numerosi gli edifici civili di valore artistico: casa Taxis-Bordogna, casa Dal Rio, casa Schuldhaus e il giardino dei Ciuciòi.
La Chiesa di San Giorgio
L'edificio della chiesa si presenta rimesso a nuovo dopo i lavori di restauro eseguiti nel 1984. Vennero consolidate le strutture murarie, fu rifatto l'avvolto ed il tetto in scandole. E' un antico tassello della religiosità cembrana che viene salvato dalla distruzione e che potrà avere qualche prospettiva, non solo paesaggistica, per la bella abside poligonale dalle luminose finestre gotiche in arenaria. Le prime notizie sulla zona di San Giorgio risalgono al 1244; quelle relative alla cappella al 1309. L'attuale edificio sembra risalire, secondo ilk parere di p. Remo Stenico, alla seconda metà del 1400 e la consacrazione al 1483. La chiesetta è ricordata nei verbali delle visite pastorali a partire dal 1537 e da quei documenti, in particolare da quello del 1710, si viene a sapere che oltre all'altare del Santo ve ne era uno consacrato dedicato alla Madonna. La Messa vi era celebrata raramente (come anche attualmente), ogni anno vi convenivano processioni votive da Meano, da Cembra, da Segonzano, per invocare la protezione del Santo contro le gelate, le brinate e gli insetti. dimorarono presso la chiesetta, per oltre un secolo, diversi eremiti; uno venne ucciso dalle persone che ospitava e l'ultimo dovette allontanarsi nel 1782, in forza delle leggi di Giuseppe II d'Austria che abolivano le chiese votive ed i romitori.
L'edificio della chiesa si presenta rimesso a nuovo dopo i lavori di restauro eseguiti nel 1984. Vennero consolidate le strutture murarie, fu rifatto l'avvolto ed il tetto in scandole. E' un antico tassello della religiosità cembrana che viene salvato dalla distruzione e che potrà avere qualche prospettiva, non solo paesaggistica, per la bella abside poligonale dalle luminose finestre gotiche in arenaria. Le prime notizie sulla zona di San Giorgio risalgono al 1244; quelle relative alla cappella al 1309. L'attuale edificio sembra risalire, secondo ilk parere di p. Remo Stenico, alla seconda metà del 1400 e la consacrazione al 1483. La chiesetta è ricordata nei verbali delle visite pastorali a partire dal 1537 e da quei documenti, in particolare da quello del 1710, si viene a sapere che oltre all'altare del Santo ve ne era uno consacrato dedicato alla Madonna. La Messa vi era celebrata raramente (come anche attualmente), ogni anno vi convenivano processioni votive da Meano, da Cembra, da Segonzano, per invocare la protezione del Santo contro le gelate, le brinate e gli insetti. dimorarono presso la chiesetta, per oltre un secolo, diversi eremiti; uno venne ucciso dalle persone che ospitava e l'ultimo dovette allontanarsi nel 1782, in forza delle leggi di Giuseppe II d'Austria che abolivano le chiese votive ed i romitori.
I settori primario e secondario sono gli elementi portanti dell’economica locale. Abbondanti le coltivazioni cerealicole, orticole, della vite e della frutta, mentre si allevano soprattutto bovini, equini e avicoli. L’industria è presente con i comparti: estrattivo, della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, lattiero-caseario, dell’alimentazione, tessile, del legno, dell’editoria, della stampa, chimico, della plastica, del vetro, dei materiali per costruzione e laterizi, metallurgico, elettrico ed elettronico, della fabbricazione di apparecchi medicali, del mobile, dell’oreficeria e della gioielleria, dei giocattoli, edile, della produzione e distribuzione di gas e dell’informatica. Buona è la rete commerciale e dei servizi, compreso quello bancario. Esiste un periodico locale. Altrettanto articolata è la dotazione di strutture sociali (casa di riposo), scolastiche (materne, elementari e medie), ricettive e sanitarie (farmacia).
Fondi comunitari
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dall'1 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati.
Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
Fondi comunitari
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dall'1 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati.
Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.